L’opificio Salpi si colloca in un contesto bucolico al confine tra Umbria e Marche, tra vallate e pendii. Al tempo della realizzazione, nel 2015, il fatto che un paesaggio naturale sino ad allora incontaminato dovesse ospitare la realizzazione di un insediamento industriale ha destato non poche preoccupazioni. Tuttavia, il progetto realizzato da Enzo Eusebi ha risolto magistralmente la contraddizione tra natura e costruito, attraverso un edificio capace di caratterizzare il territorio senza essere invasivo, e che ha consentito alla natura di rimanere la protagonista indiscussa di quello spazio.
A caratterizzare il progetto, una distinzione funzionale tra area produttiva e direzionale che si traduce anche nella realizzazione di due distinte volumetrie, rispettivamente ipogea e sospesa, attraverso l’impiego di differenti soluzioni costruttive ed estetiche. Altro criterio progettuale messo in opera è stato quello di consentire ai lavoratori la massima qualità spaziale e visiva, garantendo agli operatori il contatto visivo diretto con l’esterno, per compensare la ripetitività che contraddistingue le loro mansioni.
All’interno di questo pioneristico progetto, il ruolo di Promo S.p.A. è stato centrale, dalla realizzazione delle carpenterie metalliche, ai tamponamenti e rivestimenti di facciata, alle facciate in vetro, fino agli infissi. L’azienda si è collocata ancora una volta al fianco del progettista, accompagnandolo nella definizione delle soluzioni tecnologiche più performanti e adeguate per il raggiungimento degli obiettivi del progetto.
Particolare importanza hanno assunto le strutture portanti in carpenteria metallica e la scelta di impiegare soluzioni costruttive “a secco”. Un ruolo che si è rivelato centrale per garantire l’integrità e la completa funzionalità dello stabilimento. Una solidità che ha garantito alla struttura di resistere senza problema alcuno anche al sisma del 2016 che ha colpito la Regione Umbria, dimostrando le prestazioni elevate di tutti i materiali impiegati e la cura con cui è stata realizzata l’opera.